Considerazioni sulle ultime idee riguardanti le Aree Cimiteriali

Sulle idee riguardanti le Aree Cimiteriali che sono rimbalzate nelle ultime ore devo fare alcune considerazioni: le conoscenze del territorio e delle normative di chi le ha partorite sono alquanto sommarie; il modus operandi anomalo ed ambiguo ha fatto emergere serie spaccature interne alla maggioranza politica che governa la città di Castellammare.
Il botta e risposta tra il presidente del consiglio Eduardo Melisse e l’assessore Giulia D’auria, è al tempo stesso comico e molto, molto triste. Prima di entrare nel merito della questione mi chiedo: il modo di agire dell’ arch. Melisse, Presidente del Consiglio e quindi carica importantissima del Comune, ci fa capire quanto si senta escluso ed estraneo dalla maggioranza. E la replica dell’assessore ne è la prova. Cosa si stava provando a fare? A creare un vestito su misura per ‘qualcuno’? A privatizzare il cimitero? In che modo la politica che ci governa produce atti, calando proposte dall’alto senza alcun fondamento? Tutto ciò ha dell’incredibile: il presidente del consiglio comunale lancia proposte scrivendo lettere e lanciando dichiarazioni sui media nei confronti della stessa amministrazione che ha sostenuto e di cui ne è parte integrante. Un po’ come accaduto prima dell’assise sul dissesto idrogeologico, quando Melisse ha scritto una letterina sull’argomento al proprio sindaco Antonio Pannullo per poi restare a casa in preda al raffreddore. Non c’è bisogno nemmeno di specificare che quella assise è stata voluta da me su un tema fondamentale per la sicurezza del territorio e dei cittadini, nel pieno del mio ruolo: chiedere risposte, proporre progetti.

E allora entro nel merito. Dalla lettura della proposta di Melisse emerge una conoscenza dell’applicazione dell’istituto della finanza di progetto alquanto sommaria e superficiale, già dal riferimento alla norma (D. Lgs. 163/2006 e d.P.R 554/99) che è stata abrogata con l’entrata in vigore del Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 e regolamento 207/2010. Non è chiaro se la proposta attiene ad un avviso pubblico indicativo di project financing o ad un avviso per bandire un concorso di idee. Ad ogni buon conto l’Art. 183. (Finanza di progetto) del citato Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, disciplina l’applicazione dell’istituto e, tra l’altro, anche le modalità del bando di gara. A base di gara va posto il progetto di fattibilità predisposto dall’amministrazione aggiudicatrice, redatto dal personale delle amministrazioni che, al momento, non pare essere stato predisposto e, pertanto, come si potrebbe bandire la procedura in assenza del presupposto fondamentale del progetto di fattibilità? Tra l’altro non pare neanche che l’intervento sia stato inserito nella programmazione annuale delle opere pubbliche. Le offerte devono contenere un progetto definitivo, una bozza di convenzione, un piano economico-finanziario e non certo un progetto preliminare. Tutto ciò denota che tale proposta non è altro che il frutto dell’ennesimo annuncio a fronte di una mancanza di una chiara visione di pianificazione e programmazione delle opere di Pubblica Utilità.

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Rischio Idrogeologico, basta perdere tempo: la sicurezza dei cittadini è prioritaria

Rischio per centro antico e zona collinare

Il nostro territorio è in pericolo: necessaria attenta manutenzione e nuove opere idrauliche. La nostra opposizione porta in consiglio un altro tema importantissimo. Cosa aspetta l’amministrazione di Pannullo? Non vogliamo assistere a catastrofi per poi partire con l’individuazione dei colpevoli. Non c’è tempo da perdere, il centro antico e la zona collinare sono a rischio: l’amministrazione comunale si attivi subito per il dissesto idrogeologico. Poco tempo fa Castellammare è stata indicata come una delle zone maggiormente a rischio e ne abbiamo riprova ad ogni temporale che si abbatte sulla città. La zona collinare pende come una spada di Damocle sul centro storico: basta chiacchiere, basta litigi interni al partito di maggioranza e nella stessa amministrazione del sindaco Antonio Pannullo. Già negli scorsi anni risulta che sono stati persi milioni di fondi per il dissesto e l’immobilismo sui temi importanti non è più un’opzione percorribile. Cosa aspetta l’amministrazione? Attende catastrofi per poi individuare i colpevoli? Quest’ordine del giorno è frutto del nostro lavoro come consiglieri comunali d’opposizione, un ruolo chiave mai così decisivo in passato. Bisogna muoversi per il bene e la sicurezza di tutti i cittadini. Risulta che l’Autorità di Bacino abbia aumentato il livello di rischio per il nostro territorio. Abbiamo bisogno di attenta manutenzione e di nuove opere idrauliche per mettere in sicurezza la città. Moltissime aree sono già state colpite negli anni scorsi da eventi franosi, con conseguenze strutturali per gli edifici della zona collinare e pericoli per la popolazione. Ad ogni pioggia le acque che dalla zona collinare scendono giù, a causa del forte dislivello, raggiungono forti velocità. Si tratta di una questione che in passato è stata affrontata con le ‘vasche borboniche’ che incanalano e rallentano le acque.
Da allora, però, le cose sono in parte cambiate. Anche il nostro territorio è soggetto a fenomeni atmosferici come le cosiddette ‘bombe d’acqua’ le quali, insieme alla scarsa manutenzione delle vasche e di tutte le caditoie, alla cementificazione selvaggia e al taglio indiscriminato di arbusti, potrebbero creare vere e proprie catastrofi. È una corsa contro il tempo: se il Comune ha a disposizione fondi è ora di utilizzarli con progetti seri e coinvolgendo seri professionisti del settore in grado di analizzare il fenomeno e proteggere la cittadinanza. Poco tempo fa sul tema emersero notizie riguardanti un progetto denominato ‘Early Warning’ concernente un sistema informatico di allarme preventivo. Si trattava di un percorso pilota facenti parte di un partenariato pubblico per il quale l’Ente Parco Regionale dei Monti Lattari chiese adesione al Comune. Il progetto descriveva appunto la nostra area in questo modo: ‘per le sue caratteristiche geomorfologiche e di urbanizzazione, il territorio della penisola sorrentino-amalfitana costituisce una delle aree al mondo a più elevato rischio frana’. Che fine ha fatto questo progetto?

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Assunzioni Soget, verificheremo atti: potremmo trovarci di fronte a fatti gravissimi

Manovre poco chiare in merito alle Assunzioni Soget

In merito alle assunzioni Soget, perché l’amministrazione comunale non chiarisce ciò che sta accadendo? Cosa c’è dietro queste manovre molto poco chiare?

Siamo alle solite, il fantasma del voto di scambio torna ad aleggiare sulla città di Castellammare di Stabia. Se le indiscrezioni trapelate in queste ore in merito alle assunzioni effettuate da ‘Soget spa’ corrispondessero a verità, ci troveremmo nuovamente di fronte a fatti gravissimi.
Soget spa, società aggiudicataria del servizio di gestione, accertamento e riscossione ordinaria e coattiva delle entrate del Comune di Castellammare avrebbe effettuato assunzioni di persone vicine a esponenti della maggioranza politica in consiglio comunale. Ci troveremmo di fronte ad una nuova ‘parentopoli’ dopo il caso di Buttol esploso subito dopo le elezioni amministrative.

È dal periodo della campagna elettorale che accendiamo i riflettori su questa società che ha aperto e annunciato le selezioni proprio durante le fasi concitate delle elezioni.

Pochi giorni fa sono emersi dettagli relativi a colloqui stranamente frettolosi, come denunciato da colleghi consiglieri di opposizioni. Ma non solo, perché l’avviso di selezione non conteneva alcun criterio per la scelta, era aperto a tutti senza specificare età o competenze specifiche che la figura ricercata richiederebbe.
Oggi quindi ci troviamo di fronte a notizie che parlano di assunzioni Soget di amici e parenti di esponenti di liste civiche a sostegno del centrosinistra nel corso delle elezioni.

Credo che tutto ciò sia inaccettabile, e che questa maggioranza non abbia alcun rispetto dei giovani e delle persone che non lavorano a Castellammare.

Il primo atto da compiere ora sarebbe la pubblicazione della lista delle persone assunte, ma come dovremmo recepire il silenzio che regna in queste ore da parte del sindaco e del vicesindaco Andrea Di Martino se non come una sorta di imbarazzo da parte dell’amministrazione comunale?
Cosa c’è dietro queste manovre molto poco chiare?
Come consiglieri comunali chiediamo quanto prima a sindaco e assessori di relazionare su quanto sta accadendo attorno alle assunzioni Soget. Intanto, abbiamo già effettuato una richiesta di accesso agli atti che visioneremo con molta attenzione. È necessario verificare che queste assunzioni siano conformi al progetto presentato da Soget alla Stazione Unica Appaltante (Sua).
Credo che la trasparenza debba essere uno dei primi valori per chi governa un Ente come quello di Castellammare”.

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Urbanistica: sbloccare la città di Castellammare di Stabia

Bisogna recepire le leggi regionali per sbloccare la città di Castellammare di Stabia dal punto di vista urbanistico. Il nostro territorio ci offre molte risorse. Se tutti ci mettiamo a lavorare nell’interesse comune gli obiettivi si raggiungono, senza sentire continuamente la necessità di appuntarsi medaglie al petto. Ad esempio: quanti provvedimenti questo consiglio comunale ha approvato sull’area ex Avis? A quando la riqualificazione? E ancora: la zona di corso Alcide De Gasperi e i cambi di destinazione d’uso per il terziario, a quando gli strumenti
per i privati? Dunque materiale per lavorare ce n’è tanto, la città aspetta i provvedimenti che sono sicuro che il sindaco predisporrà. Cerchiamo di lavorare nell’esclusivo interesse della città di Castellammare. Tecnicamente sono tre i punti principali della mozione che abbiamo presentato: atto deliberativo per l’adeguamento nella zona territoriale 7 ad efficacia immediata; atto deliberativo per l’adeguamento nelle zone esterne alla zona territoriale 7 limitatamente alle destinazioni d’uso terziario degli immobili ad efficacia immediata; atto deliberativo di proposta al consiglio comunale per gli adeguamenti di modifica dei principi informatori del Puc vigente, implementato con la componente strutturale e con quella programmatica-operativa.

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Spartizioni completate, ora ci governa il nulla assoluto. In Municipio aggregazioni di bande che immobilizzano la Città

Spartizione completata. Sin dal suo insediamento la coalizione del centrosinistra ha messo in campo il nulla.

spartizione completata ora governa nulla assoluto
Con l’elezione a presidente della commissione Statuto di Antonio Alfano e a vicepresidente di Giovanni Nastelli è stata completata l’opera di spartizione e confermata, più che mai, la tendenza a premiare il nulla più assoluto. La città va avanti per inerzia, naufraga senza equipaggi. Le bieche condotte del centrosinistra e del Partito Democratico in particolare sono emerse e continueranno ad emergere nel prossimo futuro. Queste persone si sono spartite magistralmente tutte le posizioni a cui miravano all’interno di Palazzo Farnese, provando solamente a fare appelli all’unità con le minoranze per raggiungere obiettivi comuni. Noi abbiamo fatto e continueremo a fare la nostra parte per il bene della città, ma non possiamo fare altro che prendere le distanze da questo modo becero di fare politica. Abbiamo più volte sottolineato come il Pd non sia altro che un’aggregazione di bande messe assieme solo con l’intento di spartirsi qualcosa ed il risultato è il totale immobilismo a cui costringe Castellammare da mesi.

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Assunzioni: scarsa sensibilità da parte dell’Amministrazione

Il tema del lavoro è particolarmente sensibile in città. Ci saremmo aspettati che prima di predisporre le assunzioni, questa amministrazione comunale convocasse una riunione per esporre dati certi.

Parlo di numeri riguardanti i dipendenti che sono già andati e che andranno in pensione da qui a un anno. È necessario avere un quadro completo delle posizioni necessarie tenendo in considerazione anche la pianta organica del Comune. Parliamo di un vero e proprio piano assunzioni per evitare di ripetere gli errori del passato con conseguenti enormi disagi per i cittadini. Da non trascurare il tema della razionalizzazione delle sedi comunali. Non è possibile che per una pratica gli stabiesi debbano rivolgersi a tre diversi uffici ubicati in zone diverse di Castellammare. Tra di essi c’è anche Palazzo Di Nola, il cui fitto costa al Comune circa 300mila euro l’anno. Accorpando i settori e attivando uno sportello unico per l’edilizia, ad esempio, si risparmierebbero fondi con i quali procedere ad altre assunzioni. Siamo coscienti che si tratta di un tema particolarmente sensibile in una realtà che vanta una percentuale molto alta di disoccupazione, e ci saremmo aspettati una sensibilità maggiore anche da parte dell’amministrazione comunale.

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Terme di Stabia accreditate per la Banca FKT: Cogliere al volo l’occasione per il rilancio

Il provvedimento della Regione ci obbliga ad agire per il rilancio delle Terme di Stabia

Gaetano Cimmino Terme di Stabia

Basta immobilismo da parte dell’amministrazione comunale: riaprire lo stabilimento e far ripartire il termalismo. Pronta interrogazione consiliare per portare il caso in assise. Le Terme di Stabia sono state accreditate per le terapie sul territori. Lanciamo un appello: ora o mai più. Attraverso il provvedimento n. 90 del 5 settembre scorso il commissario ad acta Joseph Polimeni ha accreditato in maniera definitiva per attività in regime ambulatoriale alcune strutture sanitarie. Tra di esse figurano, con l’attribuzione della classe più alta per la qualità, le Terme di Stabia, in particolare per l’attività in regime ambulatoriale di recupero e rieducazione funzionale, la cosiddetta Fkt. Bene, questa è un’occasione che non possiamo assolutamente perdere. Ci batteremo con tutte le nostre forze affinché l’amministrazione comunale abbatta quei vergognosi muri eretti all’entrata dello stabilimento di viale delle Terme e faccia ripartire le attività. È necessario fare presto perché, se è vero che l’accreditamento ha durata quadriennale, è anche vero che entro sei mesi bisogna comunicare la volontà di rinnovare la disponibilità della struttura. Secondo le nostre fonti le Nuove Terme potrebbero essere pronte a ricevere la clientela in brevissimo tempo e con un avviso pubblico imprenditori privati potrebbero venire in auto del Comune di Castellammare per gestire, stavolta per davvero, il rilancio dello stabilimento. Inutile sottolineare i risvolti occupazionali e per tutta l’area. L’accredito sarebbe scaturito dall’ottimo lavoro svolto dai dipendenti, ex lavoratori termali dopo il fallimento della municipalizzata ‘Terme di Stabia spa’. Il complesso è stato restituito dalla curatela alla partecipata ‘Sint spa’ e finalmente abbiamo un punto da cui ripartire per riportare in alto il nome del termalismo stabiese e della città tutta. Abbiamo già pronta un’interrogazione che presenteremo nelle prossime ore per portare il caso in consiglio comunale e all’attenzione dell’amministrazione comunale. Basta immobilismo, le occasioni ci sono ma bisogna coglierle al volo. È il momento di creare il polo di eccellenza sanitario stabiese

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Periferia: continua lo stato di emergenza

Periferia di Castellammare, fuori i nomi dei responsabili!

Nella periferia di Castellammare continua un grave stato di emergenza riguardante le condizioni di strade e caditoie di via Fontanelle e via Vecchie Fontanelle e i marciapiedi nella zona di Ponte Persica, realizzati da pochi anni e già oggetto di degrado e di nuove opere di manutenzione. Alle nostre puntuali interrogazioni abbiamo ricevuto solamente risposte-farsa da parte dell’amministrazione comunale. Dichiarazioni vaghe e per nulla esaustive che non hanno minimamente risposto ai nostri quesiti. Conoscevamo da noi i tecnicismi del Settore, di certo non avevamo bisogno di questo, bensì di risposte politiche alle emergenze che attanagliano la città. Abbiamo strappato al sindaco la promessa di ripulire a stretto giro le caditoie delle popolose via Fontanelle e via Vecchie Fontanelle, ma non ci fermeremo. Questa mattina abbiamo protocollato la richiesta di un consiglio comunale monotematico sull’andamento delle opere pubbliche. Fuori i nomi dei responsabili!

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Corso de Gasperi, basta perdere tempo: porteremo il caso in Consiglio Comunale

Corso de Gasperi, basta perdere tempo: porteremo il caso in Consiglio Comunale

Vincenzo Ungaro: Ancora una diffida, ancora tempo perso, ancora rischio di perdere fondi.

L’amministrazione comunale non si rende conto dei pericoli che la città corre sulla paralisi dei lavori di corso Alcide De Gasperi: porteremo il caso in consiglio comunale. In città si guarda solo al caso della villa comunale, intanto i fondi per il Palazzo del Fascio sono persi e quelli per Corso De Gasperi sono seriamente a rischio. La telenovela a cui assistono gli stabiesi ormai da tempo è indecente. Il Palazzo del Fascio rappresenta una nuova débacle per un’amministrazione comunale di centrosinistra e il bilancio si aggraverà se non si muove un dito su corso De Gasperi. Il Comune ha lanciato un altro ultimatum alla ditta, che da cronoprogramma dovrebbe concludere l’opera a novembre. Come opposizione avevamo già preannunciato e avuto sentore di questa eventualità, anche se non abbiamo mai compreso fino in fondo il perché non si va avanti con questo cantiere. Ciò che si sta realizzando è difforme rispetto al progetto originale, ci sono state varianti in corso d’opera e la sopraelevata che si sta cercando di costruire non potrà mai ottenere l’agibilità. La ditta e l’amministrazione comunale sono coscienti di tutto questo?
A fare eco a Vincenzo Ungaro è #AntonioCimmino, vicecapogruppo consiliare di #PrimaStabia. Il termine ultimo per la rendicontazione e per non perdere ancora una volta i fondi europei, è febbraio 2017. Ci si rende conto di quello che sta accadendo, di nuovo, nonostante la drammatica esperienza vissuta con i fondi persi della villa comunale? L’amministrazione non ha imparato nulla dagli errori del passato, i lavori sul lungomare stanno continuando senza che siano usciti fuori i nomi dei colpevoli del disastro dei fondi. Ora su Corso De Gasperi pretendiamo di conoscere i nomi di chi ha autorizzato le varianti e se il Comune ha approfondito le informazioni in merito alla ditta che si sta occupando dei lavori, in termini di affidabilità, vertici e dipendenti. Faremo luce sulla vicenda di #CorsoDeGasperi prima che sia troppo tardi, è ora che l’amministrazione adotti il pugno duro per il bene di Castellammare, e porteremo il caso in consiglio comunale dove gli assessori competenti dovranno relazionare su quanto sta accadendo.

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Antiche Terme di Stabia: valutare offerte di gestione. Creiamo ricchezza e occupazione

Antiche Terme di Stabia: valutare offerte di gestione. Creiamo ricchezza e occupazione

Antiche Terme di Stabia: valutare offerte di gestione. Creiamo ricchezza e occupazione.

La riapertura delle Antiche Terme di Stabia rappresenta un’iniziativa lodevole ma ‘a scadenza’, che impiega solo alcuni ex lavoratori della società partecipata fallita. A questo punto chiediamo all’amministrazione comunale di riportare in auge eventuali proposte per la gestione del complesso avanzate da privati, di portarle in consiglio comunale e di prenderle seriamente in considerazione. Parliamo nello specifico del project financing presentato in tempi non sospetti dall’associazione temporanea di imprenditori ‘Ars Nova’. Crediamo che solo in questo modo lo storico stabilimento potrà tornare a funzionare al cento per cento e creare forza lavoro. Ars Nova mise sul tavolo tre milioni di euro e possibilità di interventi di riqualificazione, oltre alla sola gestione. I tempi tecnici ci sarebbero, ma partendo adesso con la discussione e quindi con l’avviso pubblico e poi l’assegnazione, saremmo pronti per fine 2016, inizio 2017. Non si possono tenere quei progetti in un cassetto. Nell’offerta, ovviamente, andrebbero inserite clausole di salvaguardia per la tutela dello stabilimento e per i lavoratori termali licenziati nel 2015 dopo il fallimento della municipalizzata ‘Terme di Stabia’. Le Nuove Terme di Stabia, invece, vergognosamente murate, necessitano di tempi più lunghi ma va attivato quanto prima un processo di privatizzazione per creare un polo sanitario, congressuale e alberghiero di alto profilo. Ovviamente i due complessi non devono ‘cannibalizzarsi’ come accaduto in passato ma offrire servizi sinergici per turisti e avventori. Il parco idropinico merita una nuova vita.

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