Premessa

L’analisi socio-economica del territorio e l’attenta osservazione dell’evoluzione nel tempo di alcuni eventi ed aspetti riguardanti la base economica e l’organizzazione urbana, ci forniscono l’attuale visione dello “stato di salute” della Città di Castellammare di Stabia su cui potere, o meglio, dovere intervenire per creare le migliori prospettive di crescita di medio-lungo periodo.
L’economia, così come quella di molteplici realtà territoriali, vive una situazione di estrema fragilità non essendo ancora in grado di produrre valore e risorse sufficienti per mantenere e valorizzare le opportunità che il territorio cittadino offre e per superare i limiti e i condizionamenti che frenano lo sviluppo locale.
Per quanto concerne il sistema produttivo, si è evidenziato: il progressivo declino dell’industria tradizionale (cantieristica e metalmeccanica); la difficoltà di avvio di un nuovo modello di sviluppo capace di affiancare quello basato sull’industria pesante; la scarsa integrazione tra sistemi locali di sviluppo; la marcata difficoltà nell’accesso ai mercati nazionali ed internazionali che ha generato una sempre più crescente e, a prima vista inarrestabile, disoccupazione giovanile – e femminile – di lunga durata.
La risorsa turismo risulta essere sottoutilizzata innanzitutto per scarsa capacità di innovazione, per l’insufficiente gestione e promozione del sistema e delle risorse del patrimonio ambientale, termale e storico-culturale, che oggi versa in un diffuso stato di degrado ed abbandono; si rischia così di soccombere nella competizione con altre aree in grado di adattarsi alla nuova domanda turistica.
Sul piano ambientale sussistono inoltre situazioni di emergenza dal punto di vista del dissesto idrogeologico e dell’inquinamento dovuto essenzialmente alla presenza del Fiume Sarno. Per quanto concerne, poi, gli aspetti più squisitamente urbani è da sottolineare un consumo di territorio notevole, una radicata presenza di fenomeni di abusivismo edilizio, l’esistenza di contenitori ed aree industriali dismesse che aspettano di essere bonificate e riqualificate, un intollerabile stato di abbandono e decadimento del centro storico, delle periferie e delle aree boschive nella zona alta della città.
Sono queste solo alcune delle macro criticità che attanagliano ed opprimono la crescita del territorio stabiese, senza voler dimenticare le annose ed irrisolte quotidiane problematiche che infastidiscono ed irretiscono la cittadinanza che, ormai da tempo, ha perso ogni fiducia nel ruolo istituzionale dell’Ente e dei suoi stessi rappresentanti.
Le analisi di contesto che ne scaturiscono delineano per la Città una situazione complessa che, in estrema sintesi, può dirsi caratterizzata da scarsa coesione tra le componenti attive del sistema città e da una mancanza di obiettivi comuni, tanto da caratterizzarla come una città passiva, anziché creativa, tendente alla disaggregazione, che sciupa e non valorizza le sue risorse economiche, culturali e sociali. Costruire un Piano della Città per la Città intorno al quale, con la partecipazione di tutti gli attori, siano essi Enti o Imprese, Istituzioni culturali o Associazioni di categoria, Professionisti o Cittadini, far rinascere attività, progetti, azioni diventa il nostro obiettivo primario per il raggiungimento di quel radicato ed auspicato concetto di innalzare la qualità del vivere cittadino.
In linea con tale considerazione si dovrà giungere alla redazione di un piano esecutivo, un vero e proprio piano pluriennale di interventi, che prospetti attività per il raggiungimento di obiettivi sociali, culturali, economici, integrati tra loro per il fine ultimo di una migliore vivibilità.

Le donne e gli uomini che si riuniscono attorno a questo progetto politico lo fanno per dare un contributo serio all’inversione di marcia rispetto a tutto ciò che ha portato a questo stato di collasso civico; le donne e gli uomini che intendono far parte della nuova classe dirigente cittadina dichiarano già da ora di rinunziare a qualsiasi benefit e/o emolumento che fino ad oggi ha avvicinato i mestieranti della politica ad essa stessa!
Mai più privilegi: chi si avvicina oggi al nostro progetto politico lo fa per pura dedizione civica, lo fa per contribuire al miglioramento della vita quotidiana dei nostri figli, dei nostri nipoti.

Ci si propone, quindi, di svolgere nuove e più ampie funzioni rispetto al passato attraverso l’utilizzo di modalità esecutive sempre più orientate alla governance dei processi, ovvero alla governabilità delle decisioni e delle azioni.
L’Amministrazione non può più, dunque, limitarsi ad essere semplice fornitrice di servizi alla cittadinanza, ma si deve proporre come soggetto attivo nella produzione della qualità ambientale e culturale, della coesione sociale, della sostenibilità economica del progetto complessivo del futuro del territorio.

Lo scenario di competitività e coesione che si prospetta richiede la forte consapevolezza della necessità di intraprendere politiche contro il declino e comunque legate allo sviluppo in un contesto di innovazione dei processi decisionali, di valutazione permanente degli effetti, di concertazione delle scelte e co-pianificazione delle azioni.
Si intende, pertanto, avviare una nuova fase programmatica fondata su più robusti presupposti di collaborazione e cooperazione e su un più ampio coinvolgimento degli “attori” locali in una logica di partenariato pubblico privato.

La consapevolezza della necessità di uno scenario strategico per l’indirizzo dei processi di riqualificazione e rigenerazione urbana, in verità, aveva già spinto, nel passato, l’Ente Comune ad avviare un processo di messa a punto metodologica per la produzione di un Documento di Orientamento Strategico (Dos) e di un piano operativo degli interventi per la riqualificazione, la rigenerazione, lo sviluppo e la promozione della città con valore di orientamento ed indirizzo.

Pur tuttavia, quanto programmato non ha trovato pratica attuazione: oltre che per contingenti motivi di carattere politico conseguenti all’avvicendarsi di amministrazioni che non hanno saputo dare il necessario impulso né coordinare la definizione almeno di quei programmi avviati, ma anche, a nostro parere, per la incapacità dimostrata al coinvolgimento della cittadinanza alle iniziative pubbliche.

Per definire il disegno politico dello sviluppo sostenibile in una prospettiva di medio periodo, nonché predisporre ulteriori proposte di linee strategiche per lo sviluppo della città e del limitrofo territorio di riferimento volte alla convergenza locale, a scala di area vasta, di politiche delle opere pubbliche, della mobilità, dell’urbanistica, dei servizi sociali per il welfare, di sostegno all’occupazione, dell’ambiente, della casa, si intende avviare un programma impostato su 5 “linee-guida essenziali” da intendersi quali “grandi aree strategiche di intervento”. Su questi cinque assi strategici si articolano e raccordano tutti gli obiettivi sia generali sia specifici da raggiungere nonché le misure di attuazione da adottare per il raggiungimento degli obiettivi.

  1. La buona amministrazione, la cultura della legalità
  2. Servizi alla persona
  3. Attività produttive, polo termale
  4. Diritto alla casa
  5. Sviluppo urbanistico, programmazione, valorizzazione del territorio e turismo

Alla luce di quanto esposto è fermo intendimento della futura Amministrazione Comunale avviare un processo capace di agire contemporaneamente sull’intera città individuando le necessarie strategie (locali e sovralocali), attivando le relative politiche urbane, redigendo progetti esecutivi di riqualificazione, rigenerazione e di sviluppo, individuando le conseguenti regole che consentano l’attuazione delle strategie e dei progetti, nella certezza delle decisioni, dei tempi e delle procedure più efficaci.
In sintesi l’insieme di tali azioni, nonché le analisi e le considerazioni che le hanno generate, mirano a definire il disegno politico dello sviluppo sostenibile in una prospettiva di medio periodo, nonché predisporre ulteriori proposte di linee strategiche per lo sviluppo della città e del limitrofo territorio di riferimento.

La Buona Amministrazione

1.1  La buona Amministrazione

Intendiamo organizzare e poi costruire una seria programmazione della macchina amministrativa.
I poteri della pubblica amministrazione devono essere la diretta applicazione del principio di legalità amministrativa volti alla realizzazione dell’interesse pubblico: essi sono correlati ai criteri dell’efficacia, dell’efficienza, dell’economicità e del rispetto del principio del buon andamento, distinti dagli indirizzi politici. Riaffermare il principio di imparzialità dell’Amministrazione comunale e collegare la corretta gestione dell’autonomia e la responsabilità individuale dei dirigenti (e a seguire dei dipendenti), significa anteporre il principio meritocratico alla deriva dello spoil system, che poggia sulle società con un ritardo culturale ed economico e si afferma come fattore di conservazione del potere.
Alla base del nostro progetto politico vi è il cittadino con le sue istanze e le sue problematiche causate dal malfunzionamento della macchina comunale.

Gli elettori hanno il grave dovere morale di scegliere candidati onesti.
L’onestà dei candidati al governo della città deve misurarsi soprattutto dalla disponibilità al servizio, dal culto del bene comune, dal rispetto della legalità dal gusto della gratuità e anche dal coraggio fino all’eroismo, necessario per resistere a condizionamenti di ogni tipo, inclusi quelli della violenza camorristica.
Affinché una amministrazione possa e sappia rispondere alle reali esigenze della comunità che è chiamata a rappresentare e gestire è necessario che possa e sappia ascoltare.
Da questi presupposti prende forma la democrazia partecipativa.
Presupposto della democrazia partecipativa è il concetto di collaborazione tra amministratori e amministrati, tra tutte le categorie sociali, senza antagonismi e prevaricazioni, per la governance dei processi, dando ai cittadini la possibilità di verificare in ogni momento se l’azione amministrativa è realmente finalizzata alla realizzazione del bene di tutti i cittadini.
Istituiremo aree web dedicate alla e-democracy, ed alla trasparenza del fare amministrativo, ove tutti i cittadini potranno manifestare osservazioni, suggerire idee ed accorgimenti per ottimizzare il funzionamento della macchina comunale, impegnandoci ad eliminare gli sprechi e ogni sovra utilizzo di costose e spesso inutili procedure da parte della burocrazia pubblica. Aumentare il livello di informatizzazione della macchina amministrativa, incrementare le possibilità di accesso alle informazioni e agli atti amministrativi, prodigandoci attraverso i nuovi mezzi che la tecnologia digitale mette a disposizione, alla divulgazione dei lavori delle sedute consiliari.
Bisogna, in sintesi, essere capaci di riacquistare la smarrita fiducia dei cittadini nel ruolo e nelle funzioni istituzionali dell’Amministrazione, cancellando quella immagine della struttura comunale come luogo della burocrazia e dei burocrati e del favoritismo e dei favoriti.

1.2  Il Personale

Migliorare l’efficienza dell’amministrazione.

Il primo aspetto che va preso in considerazione ai fini del miglioramento dell’efficienza amministrativa è quello organizzativo e della comunicazione.
Migliorare l’efficienza dell’amministrazione comunale significa intensificare la relazione con il cittadino rendendo le risposte inserite nella programmazione sempre più vicine ai reali bisogni emergenti dal territorio. Un territorio non si può restringere nei ristretti confini comunali, ma che, per poter parlare di welfare diffuso, deve necessariamente pensare ad un’area sempre più ampia.
La maggiore o minore efficienza di una P. A. passa anche attraverso la capacità dei suoi uffici di esprimere al meglio le proprie professionalità, competenze e personalità di ciascun impiegato.
Riteniamo pertanto doveroso e quanto mai funzionale al miglioramento della “macchina amministrativa” una politica di gestione del personale basata sull’incentivazione, che premi i singoli e gli uffici, sulla base dei risultati programmati e conseguiti.
L’efficienza di una macchina comunale si basa su personale altrettanto efficiente e per questo il tema della formazione e dell’aggiornamento dei pubblici dipendenti diventa elemento basilare nell’intero processo di crescita dell’ente comune.
Un Ente pubblico, per funzionare bene, deve essere e sentirsi “squadra”: un impegno corale e sinergico di tutti, dal vertice alla base, dagli esponenti politici a quelli amministrativi.

Riteniamo necessario, quindi, iniziare con l’introduzione di un sistema di controllo del livello di soddisfazione degli utenti. Inoltre, l’introduzione di una carta dei servizi (ormai presente in moltissimi enti), garantirebbe ai cittadini informazioni rapide e valide sui dipendenti e gli uffici responsabili e/o incaricati dei diversi servizi comunali. In tal modo da un lato l’Amministrazione avrebbe a disposizione un fondamentale termometro per capire come, quando e dove intervenire, dall’altro i cittadini potrebbero contattare in maniera istantanea l’Ente Comunale grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie.
Inoltre, sono necessarie:

a) la rideterminazione della Pianta Organica del personale, per un nuovo modello organizzativo finalizzato all’attribuzione di maggiore funzionalità e flessibilità dell’intera P.A., nei suoi aspetti strutturali ed operativi;
b) la formazione permanente del personale, in linea con il processo di riforma organizzativo degli Enti Locali, per assicurare ai dipendenti e ai cittadini, una preparazione professionale adeguata;
c) l’incentivazione economica del personale che raggiunge risultati soddisfacenti nel proprio settore di competenza, secondo obiettivi programmati.

1.3  Cultura della Legalità

Sembra un gioco di parole: cultura della legalità. Tonda e calda la prima, fredda e squadrata la seconda. Un gioco di parole diventato partita fondamentale delle società contemporanee. Un sincretismo virtuoso e paradigmatico che lega e sostanzia dimensioni solo apparentemente lontane.

Gli atteggiamenti individuali e sociali riconducibili all’oggetto della presente riflessione sono molto diversificati e complessi in ragione dei valori di riferimento, della fiducia nelle istituzioni, dell’età, del genere, dello status sociale e occupazionale, del grado di istruzione, della collocazione spazio-territoriale, delle capacità critiche e progettuali dei singoli soggetti così come dei gruppi di appartenenza.

La vita sociale tende ad essere governata da regole il più possibile puntuali. Le attività individuali e/o collettive finirebbero nel caos se le comunità di riferimento non si attenessero all’osservanza di regole che, in un dato contesto, definiscono alcuni comportamenti come appropriati ed altri come inappropriati. Le norme che presiedono allo svolgimento delle azioni umane conferiscono all’aggregato sociale il ben apprezzato carattere dell’ordine al chiaro scopo di ridurre funzionalmente le anomalie del sistema.
Negli ultimi anni il problema della sicurezza dei cittadini è diventato un tema di attualità sempre più presente nei dibattiti politici e non. Un elemento con cui, nella maggior parte dei casi, è coniugato il termine sicurezza è quello di città, o meglio di metropoli, perché in tali contesti territoriali si è manifestata principalmente la criminalità e maggiori sono stati i problemi connessi all’insicurezza dei cittadini.

La percezione di scarsa sicurezza è un vincolo allo sviluppo, perché concorre a determinare il modesto interesse di investimenti, a disincentivare la crescita del turismo, a condizionare negativamente le esportazioni.

La lotta alla camorra è uno degli impegni imprescindibili che il Comune di Castellammare sta portando avanti ormai da tempo; la cultura della legalità è la lotta contro ogni forma di criminalità organizzata. Stante la necessità di creare un ambiente favorevole per il recupero del tessuto socio-produttivo dell’area torrese-stabiese, attraverso politiche integrate e coordinate di governo della sicurezza del territorio, si rende necessario avviare programmi ed iniziative di seguito sinteticamente riportate.

a) Una maggiore presenza delle Forze dell’Ordine sul territorio con finalità di prevenzione e contrasto di atti criminosi: al fine di combattere e contrastare le attività criminali “nostrane“ mirando contestualmente a prevenire quella di “importazione”. A tal proposito, è nostro intendimento realizzare, d’intesa con le forze dell’ordine, dei presidi permanenti all’interno dei quartieri cittadini ed in particolare in quelli più sottoposti all’influenza della criminalità organizzata, che avranno altresì il compito di fungere da veri e propri sportelli comunali distaccati sul territorio al servizio della cittadinanza;

b) La massima trasparenza possibile nella gestione di appalti, procedure di gara e conferimenti di incarichi, allo scopo di prevenire e contrastare con ogni strumenti a disposizione il fenomeno dell’infiltrazione camorristica nella pubblica amministrazione;

c) L’impegno ad implementare i rapporti con le locali Forze dell’Ordine e provvedere a rafforzare il Corpo di Polizia Locale del Comune, dotandolo di quei mezzi all’avanguardia necessari a garantire la maggior efficacia di intervento;
d) Completatore l’azione intrapresa dalle precedenti Amministrazioni di dotare la Città di un sistema di videosorveglianza che ha già dato dimostrazione, seppur incompleta, di notevole capacità sia preventiva sia repressiva, sia nell’individuazione di responsabilità in eventuali incidenti stradali sia nell’individuazione dei responsabili di crimini consumati sul territorio. La presenza di telecamere, ai varchi cittadini così come in parcheggi, nei parchi cittadini o zone particolarmente rilevanti (a concentrazione commerciale o particolarmente isolate), costituisce una impareggiabile azione preventiva soprattutto se dotate di sistemi intelligenti di rilevazione;
e) Istituire (internamente o come servizio esterno) un presidio delle telecamere per garantire una vera prevenzione con tempestività di intervento, per rendere maggiormente efficace il servizio di videosorveglianza su aree sensibili;
f) Potenziare ed ammodernare l’illuminazione pubblica affinché possa garantire maggiore sicurezza e visibilità nelle ore serali e notturne, ciò al fine di poter prevenire furti, scippi, rapine e atti vandalici;
g) Promuovere il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie e supportare costantemente l’operato dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata (Anbsc) per restituire alla cittadinanza interi pezzi di città;
h) Potenziamento dell’organico della Polizia Locale e/o della capacità operativa in conformità alle normative e alle condizioni economiche e finanziarie dell’Amministrazione. Ciò allo scopo di poter aumentare il presidio e il controllo del territorio con un’estensione delle fasce orarie ad oggi garantite. A garanzia della qualità del servizio, secondo il nostro programma, verrà conferita alla Polizia Locale autonomia gestionale con riporto diretto al Sindaco o suo delegato. Tale autonomia gestionale sarà regolamentata da specifici accordi tra Comune e Polizia Locale sul livello di servizio prestato alla Città e ai suoi Cittadini, inteso come gestione dell’ordine, della sicurezza, dell’informazione e della tranquillità per gli abitanti;

i) Potenziamento e rinnovamento dei mezzi in dotazione al corpo di Polizia Municipale per poter ottimizzare lo svolgimento dei propri compiti istituzionali;
j) Massimizzeremo le sinergie tra Polizia Locale e Forze dell’Ordine sul territorio, con lo scopo di garantire un pieno coordinamento delle attività a garanzia di un maggior presidio e di una maggiore efficacia di intervento, con scambio continuo di informazioni necessarie sia a prevenire i reati che nelle più delicate operazioni investigative;
k) Verranno inoltre mantenute e sviluppate le convenzioni con Associazioni presenti sul territorio al fine di poter usufruire delle loro competenze in materia di sicurezza ed emergenza, a supporto del presidio del territorio e a garanzia della sicurezza dei cittadini, siano esse emergenze da calamità naturali o in ausilio alle locali forze di Polizia, predisponendo prevenzione e formazione presso tutti gli indirizzi scolastici del territorio comunale affinché il senso civico possa essere tutelato ed assimilato già in età infantile e maturato ed accresciuto durante tutto il percorso scolastico. Sarà compito dell’Amministrazione curare e stipulare le convenzioni, oltre a garantire il coordinamento coni vari nuclei di volontariato. Sempre in collaborazione con le varie Associazioni presenti sul territorio verranno istituiti dei corsi di formazione gratuiti sia per i Cittadini sia per Addetti Comunali, Assistenti Sociali e Corpo Docente in tema di: primo soccorso, gestione dell’emergenza da calamità naturali, prevenzione truffe, prevenzione furti in appartamento, prevenzione bullismo, prevenzione dipendenze, reati informatici, web reputation, anti stalking, prevenzione all’usura, ecc.

Saranno inoltre poste in essere tutti i necessari accorgimenti diretti soprattutto a garantire:
• sicurezza dei cantieri e degli insediamenti industriali che andranno a realizzarsi;
• sicurezza sul lavoro;
• iniziative antiracket ed antiusura;
• risanamento del territorio urbano.
Solo con mezzi e strutture adeguate, e con un piano di coordinamento e collaborazione con le altre forze di Polizia e con le Associazioni di Volontariato, si può dare ai Cittadini la garanzia di presidio del territorio e quindi maggiori garanzie di sicurezza per noi e per i nostri figli.

Servizi alla persona

2.1 L’interesse del cittadino

Raccogliendo totalmente il messaggio giubilare della Curia stabiese, si è inteso dedicare uno dei cinque punti fondamentali della programmazione alla “Persona”. Lavorando tutti insieme, potremo accrescere la cultura della legalità della solidarietà, promuovendo la crescita della vita civile ed economica della nostra martoriata città. Promuoveremo percorsi di formazione umana, soprattutto per i giovani, al fine di togliere terreno fertile all’azione della malavita e della diffusa illegalità.
I “Servizi alla Persona” sono un punto cardine del nostro modo di intendere la vita pubblica, risultando pertanto già integrati in tutti gli altri punti del programma, ove emerge chiaramente che “l’interesse del Cittadino” risulta sempre al centro di ogni iniziativa proposta.
Con “Interesse del Cittadino”, intendiamo parlare del soddisfacimento dei bisogni di tutti gli appartenenti alla comunità stabiese, dai più giovani ai più anziani, con particolare riguardo naturalmente alle categorie più bisognose di aiuti e a maggior rischio di emarginazione, quali per esempio: famiglie in difficoltà, minori, anziani, diversamente abili e altre.
Fondamentale risulterà come sempre l’informazione sui servizi che il Comune sarà in grado di offrire alla cittadinanza.
Anche in questo caso, quindi, verranno rese costantemente note le varie iniziative che di volta in voltasi riusciranno a realizzare. L’informazione entrerà direttamente in casa Vostra, in modo tale che ogni Cittadino sia informato sui servizi disponibili.
I Servizi alla Persona si concretizzeranno in una serie di iniziative volte a:

  1. Potenziare i servizi di assistenza sociale, per esempio: favorendo e ampliando le già esistenti sinergie volte a rintracciare fenomeni di disagio familiare, provvedendo ad un servizio di reperibilità in caso di urgenze, favorendo sinergie con altre strutture presenti sul territorio quali Scuole/Servizio Sanitario/Parrocchie/altre istituzioni a fini sociali, mantenimento dei processi formativi mediante corsi di formazione specifici per assistenti sociali, potenziamento di sportelli dedicati all’indirizzamento dei più bisognosi con segnalazione ed indicazione delle modalità più appropriate alla risoluzione dei problemi o indirizzamento verso strutture specialistiche convenzionate;
  2. Elaboreremo ogni forma progettuale per attivare sportelli di ascolto per iniziative volte al contrasto di ogni forma di reato verso Donne e Bambini;
  3. Individuazione di forme aggiuntive e sussidiarie ai servizi già presenti sul territorio per Istituire buoni spesa/pacchi alimentari per i più bisognosi. Tali servizi verranno convenzionati in compartecipazione con gli esercizi che ne vorranno aderire e verranno erogati a persone individuate dai Servizi Sociali comunali in collaborazione con le Parrocchie sul territorio;
  4. Istituire un servizio di raccolta delle eccedenze alimentari per una immediata e gratuita ridistribuzione alle famiglie bisognose;
  5. Istituire e promuovere strutture che consentano di sviluppare attività di aggregazione sociale: allo scopo potrebbero essere individuate strutture in disuso del patrimonio comunale da affidare ad enti ed associazioni del territorio già ramificate e strutturate nel settore del volontariato;
  6. Promuovere studi per l’individuazione e la successiva attivazione di un Centro Ricreativo per la Terza Età, che diventi un luogo di incontro e socializzazione con orari di apertura quotidiani che consentano ai nostri “non più giovani” di poter trascorrere il tempo libero in compagnia, con attività ludiche, dal gioco delle carte al ballo, alle rappresentazioni o seminari organizzati ad-hoc. Intendiamo così garantire ai non più giovani un punto di incontro che diventi un punto di riferimento per mantenere sempre vivi gli interessi e la partecipazione alla vita sociale. Individuare spazi in varie zone della città dove costruire, con spese peraltro modiche, campi di bocce garantendo un importante fattore aggregativo per i non più giovani. In supporto agli anziani verrà istituita inoltre una convenzione con esercizi commerciali, ristorazione, e trasporti per “over 70” con la quale tutte le persone sopra i 70 anni di età potranno usufruire di una scontistica applicata a fronte di presentazione di apposita tessera. La convenzione verrà gestita e controllata dall’Amministrazione Comunale mantenendo i rapporti con tutti gli esercizi che aderiranno, dandone opportuna visibilità e comunicazione sia mediante i canali di comunicazione comunali sia mediante apposito materiale (locandine, adesivi, ecc.) da esporre negli esercizi convenzionati;
  7. Garantire l’assistenza domiciliare a chi realmente ne ha bisogno, favorendo lo sviluppo di un progetto di telesoccorso per i più bisognosi;
  8. Sviluppare servizi di mobilità permanenti in determinate fasce orarie o a chiamata mediante un servizio di trasporto per anziani o diversamente abili, incapaci di trasferirsi da una parte all’altra della Città,
  9. Istituzione e sviluppo di servizi per gli anziani quali organizzazione di corsi di formazione, diffusione di vademecum di prevenzione truffe, implementazione di iniziative culturali e sociali, sostegno e sviluppo delle attività dell’Università della Terza Età.
  10. Rendere più facile e chiaro il disbrigo delle pratiche amministrative;
  11. Sviluppare un sistema di commutazione delle pene amministrative in lavori socialmente utili, come avviene già da tempo nei paesi più progrediti. Ciò consentirebbe ai meno abbienti di poter far fronte ai propri obblighi amministrative prestando il proprio tempo a favore della collettività;
  12. Prendendo spunto dalle positive esperienze già avviate in alcune amministrazioni, utilizzare le Associazioni di volontariato che, opportunamente preparate, possano affiancare alcuni uffici pubblici nello smaltimento di code in determinate occasioni, con attività di affiancamento e alleggerimento dei dipendenti comunali. Ciò naturalmente senza compromettere le prerogative del personale dipendente e nel rispetto delle normative e degli accordi sindacali vigenti;
  13. Sviluppare altre iniziative che verranno di volta in volta implementate ascoltando le proposte che giungeranno a mezzo delle segnalazioni espresse dai Cittadini;
  14. Intendiamo portare l’Amministrazione direttamente nelle case mediante un vademecum del cittadino che, oltre ad una cartina riportante la viabilità della città, fornisca un elenco e un dettagliato orario di apertura al pubblico di tutti i servizi pubblici, i mezzi di trasporto pubblico a disposizione e le relative coincidenze con i mezzi di collegamento extraurbani oltre a indicazione con indirizzi ed orari di apertura delle farmacie, guardia medica, servizi di assistenza, emergenza, nonché l’indicazione degli esercizi privati e associazioni sportive/culturali/di volontariato;
  15. Istituiremo un riconoscimento civile della Città di Stabia, “la Fenice d’oro”, (la Fenice proprio perché simbolicamente legato al “Post Fata Resurgo”) che verrà conferito annualmente per attività encomiabili svolte sul territorio in ambito di: Merito Civile, Merito Lavorativo, Merito Scolastico, Merito Sportivo, Merito di Servizio (per dipendenti pubblici e Forze dell’Ordine). Il riconoscimento verrà conferito a singoli o organizzazioni nell’ambito di apposita cerimonia che avrà cadenza annuale e rappresenterà un’importante appuntamento per la Città e i Cittadini. Il conferimento verrà riconosciuto da apposita commissione che valuterà attentamente e sulla base del merito le richieste che saranno pervenute nel corso dell’anno.

2.2 Sport e tempo libero

Si pone l’obbligo di coinvolgere tutte le realtà associative stabiesi che già annoverano tra e fila eccellenze in vari campi e discipline sportive.
Lo scopo è di riorganizzare le strutture presenti sul territorio per poter sfruttare al massimo tutto quanto già presente, purtroppo oggi l’ente non può pianificare attività economiche per la realizzazione di nuovi progetti: pertanto l’incentivazione ed il coinvolgimento dei privati e degli imprenditori si rende necessario per rafforzare e sostenere le realtà sportive esistenti ed affermate, dando soprattutto spazio a quelle discipline emergenti di terra e di mare.

2.3 Palestre annesse agli edifici scolastici

Per rendere fruibile l’utilizzo di tali strutture agli alunni negli orari curriculari, ed alle associazioni sportive negli orari extracurriculari, è necessario pianificare interventi di manutenzione ordinaria ed in taluni casi straordinaria che rendano accessibile sempre gli impianti ed i servizi collegati.

2.4 Impianti sportivi

Tensostruttura comunale Viale delle Puglie: un complesso funzionale e soprattutto funzionante, certamente capace di erogare molti più servizi di quanti fino ad ora forniti. Una struttura qualificata può tranquillamente ambire anche ad ospitare eventi di rilevanza nazionale, e il coinvolgimento di federazioni ed enti sportivi deve essere uno dei primi passi da effettuare.
Grazie all’assenza di barriere architettoniche potrebbe largamente essere utilizzata per manifestazioni sportive e/o culturali che coinvolgono il mondo dei diversamente abili.
La periferia nord della città ancora oggi aspetta la riqualificazione di una struttura esistente che in un primo progetto doveva ospitare una tendostruttura con annessi servizi per attività sportive al coperto, ma a seguito di una variante al progetto iniziale ad oggi la gara d’appalto non è stata ancora bandita. Fortunatamente i fondi sono ancora nella disponibilità dell’ente e pertanto va riavviata immediatamente ogni procedura.

2.5 Stadio Romeo Menti

Lo stadio è afflitto da numerosi problemi, ed è inutile girarci intorno ed illudere con false speranze i cittadini e soprattutto gli sportivi stabiesi.
La strada da seguire è quella europea, l’idea invece è la concessione. Proporremo un concorso di idee atto alla riqualificazione dello stadio non solo nella parte sportiva ma soprattutto nella parte pertinenziale agevolando lo sviluppo economico della struttura. Il coinvolgimento dei privati sarà indispensabile per porre in essere la svolta per la struttura fino ad arrivare alla gestione della parte sportiva dello stadio che sarà sempre nelle disponibilità della squadra di calcio cittadina ma dovrà sicuramente proiettarsi verso tutte quelle attività pertinenti alla funzionalità dell’impianto.
I canoni dell’impianto verranno utilizzati per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli altri impianti sportivi cittadini, cercando di veicolare a monte la cifra verso un capitolo specifico di entrata che consenta di utilizzare gli stessi per tale scopo.

Attività produttive

3.1 Commercio e artigianato

Il sistema economico italiano è fondato sulla piccola e media impresa, sul commercio e sull’artigianato. Negli ultimi venti anni le scelte politiche relative allo sviluppo imprenditoriale della città sono risultate errate e, se da un lato non hanno contribuito alla crescita economico-produttiva del territorio, da un altro lato hanno seriamente compromesso la normale attività delle imprese locali e dei singoli artigiani e commercianti.
Non può esserci sviluppo economico se si costringono i piccoli imprenditori a pagare il prezzo di una politica industriale inesistente; né se gli imprenditori e gli artigiani non vengono presi in considerazione per valutare ed operare scelte economiche importanti, soprattutto quando bisogna captare e coinvolgere i grandi investitori e le grandi aziende (vedi Fincantieri) ad investire e costruire business nel nostro territorio.
Può, esserci sviluppo economico se le scelte sono partecipate, al fine di non incorrere in operazioni “illogiche”; se tra la classe politica e gli attori principali delle attività economiche locali tutte vi è serio confronto e continuo dialogo. Bisogna concretamente mettere il riequilibrio sociale della famiglia stabiese al centro della prossima missione amministrativa. Avvalendoci degli strumenti e delle politiche di programmazione dell’Unione Europea che convergono verso gli obiettivi di Europa 2014-2020 si potrà realizzare una crescita intelligente a favore dell’avvio di attività innovative che favoriscano l’inserimento lavorativo dei giovani e degli esclusi dal mondo del lavoro.
Ci attiveremo per convogliare le risorse dell’Ue per favorire gli Iti (Investimenti Territoriali Integrati). La Commissione Europea ha presentato “Horizon 2020”, un nuovo pacchetto di interventi per promuovere la ricerca, l’innovazione e la competitività in Europa. Horizon 2020, con la sua dotazione di 80 miliardi di euro, costituisce uno stimolo a proporre progetti e iniziative di innovazione reale, sostenibile, per tutti, con concrete ricadute sul territorio in termini di risparmi e di risorse, migliori servizi per i cittadini, maggiore competitività per l’impresa e il mondo del lavoro.
Utilizzeremo quindi nuovi strumenti per l’implementazione di strategie sul territorio per attingere fondi provenienti da diversi assi prioritari per sostenere lo sviluppo locale di tipo partecipativo finanziate dal Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) o dal Fse (Fondo Sociale Europeo) o dal Fondo di coesione.
Apriremo tavoli di intesa con i privati disposti alla collaborazione per lo sviluppo di energie rinnovabili con contratti di partenariato e di “project financing”. Promuoveremo punti d’ascolto per dialogare costantemente con chi ha idee e chi già produce ricchezza e lavoro: solo così si tutela il tessuto sociale ed economico di un territorio.

Convinti, pertanto, che le risorse del paese vadano messe nella condizione di trasformarsi in ricchezza diffusa e in progetti di crescita e sviluppo, riteniamo che la prossima Amministrazione Comunale debba:

  • a) ristabilire un serio confronto con le varie categorie produttive, al fine di realizzare una programmazione efficiente per lo sviluppo economico ed imprenditoriale del territorio;
  • b) mettere in atto politiche di controllo e tutela delle licenze commerciali, al fine di garantire il rispetto delle regole ed una concorrenza libera e leale;
  • c) creare nuove concessioni sul litorale adiacente la villa comunale, sulla già nota zona ristorativa stabiese “Chalet” adiacente i cantieri navali (conosciuti ed ambiti, ormai in tutta la Regione), per aumentare l’attrattiva turistica per la città che tutti aspettiamo da troppo tempo;
  • d) facilitare il cambio di destinazione d’uso dei bassi del centro antico per recuperare la fucina produttiva della città rendendolo sede di attività artigianali e piccola ristorazione come ormai accade in tutti i borghi antichi del territorio;
  • e) supportare le Associazioni e/o i gruppi che intendono realizzare eventi e culturali al fine di valorizzare e promuovere il territorio e tutte le sue enormi potenzialità;
  • f) procedere alla delocalizzazione dell’attuale area mercatale su area in località Ponte Persica già individuata nel vigente strumento urbanistico come idonea all’insediamento della nuova area mercatale. L’attuale sito sarà adibito in funzioni di pubblico interesse.

Uno dei motori principali dell’economia locale è l’agricoltura, negli ultimi anni fortemente penalizzata da politiche, scelte gestionali nazionali ed europee non sempre in linea con le necessità delle nostre colture, con la loro produzione e filiera distributiva, con la consapevolezza di un comparto basato sulla “qualità” dei prodotti e non già sulla “quantità”. Sarebbe illogico continuare a non utilizzare ciò che la natura ci ha messo a disposizione per competere nei mercati della qualità appunto, come il settore biologico oggi in forte espansione. Agricoltura poi ulteriormente mortificata dalle problematiche idrogeologiche, dalla poca efficienza della filiera distributiva, dal cambiamento climatico che coglie impreparate le aziende agricole italiane.
Della problematica di tale settore deve farsi carico l’amministrazione comunale, pur nella consapevolezza che per affrontare tale tematica debbano essere interessati sia governi regionale che nazionale con i quali attivare una sinergica azione di continua collaborazione attraverso:

    • a) lo snellimento dell’iter burocratico per invogliare, implementare e sostenere l’imprenditoria agricola ed agrituristica;
    • b) la possibilità di integrare il reddito agricolo con campagne di sensibilizzazione ed incentivazione alla produzione di prodotti locali detti a “Km Zero”, anche mediante lo snellimento delle procedure burocratiche per lo svolgimento di manifestazioni, sagre ed eventi enogastronomici;
    • c) il censimento di tutte le aziende agricole e delle loro colture, in modo da avere dati certi sulle capacità produttive dell’intero territorio agricolo e, a tal fine, programmare, unitamente agli imprenditori agricoli, azioni di riqualificazione di terreni, di coordinamento delle produzioni, di finanziamento e promozione di colture e aree rurali.

3.2 Creare le condizioni favorevoli allo sviluppo

In una situazione del mercato del lavoro in cui molto spesso si è costretti ad emigrare per trovare un’occupazione, creare le condizioni favorevoli allo sviluppo di nuova imprenditorialità è un’alternativa che consente, a persone in possesso di idee e capacità, di inventarsi un lavoro e diventare un fattore di sviluppo e ricchezza sul territorio, grazie anche all’apertura del mercato unico europeo
Lo sviluppo di nuova imprenditorialità rappresenta sicuramente l’aspetto più importante di una politica di sviluppo locale finalizzata alla promozione dell’occupazione. Lo sviluppo del tessuto imprenditoriale deve essere inteso sia in senso di nascita di nuove aziende che di crescita dimensionale di quelle già esistenti. Un approccio globale alla promozione dello spirito imprenditoriale deve operare su più livelli:

  • Per motivare le persone a diventare imprenditori, occorrerebbe sensibilizzarle al concetto di “spirito imprenditoriale” e rendere sufficientemente interessante la scelta in tal senso, guidandole inoltre ad acquisire le competenze adeguate per trasformare le loro ambizioni in progetti di successo;
  • Affinché i progetti si trasformino in imprese sane, sono indispensabili condizioni ambientali propizie a tale sviluppo, che consentano alle aziende di crescere e svilupparsi, pur senza ostacolare indebitamente contrazioni e chiusure.

Il mondo giovanile presenta risposte e reazioni nuove e diversificate ai mutamenti strutturali avvenuti nel contesto socio-economico.
A fianco di una minoranza elitaria che riesce a cogliere le opportunità offerte dai nuovi assetti e dalle nuove tecnologie, si allarga sempre più l’area dell’emarginazione, del disagio e della devianza. Le aree di maggior sofferenza coincidono con l’abbandono scolastico precoce, l’ingresso ritardato nella vita attiva e la difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, i rallentamenti e le difficoltà nel processo di autonomizzazione dalla famiglia, la perdita di identità culturale e del valore della vita, il vissuto di marginalità sociale e politica.
In quest’ottica è decisivo costruire e mettere in campo a favore dei giovani una nuova politica “globale” mirata ai diversi segmenti del target giovanile, quale strumento indispensabile di crescita culturale, sociale, economica e professionale. Le strutture e infrastrutture esistenti, le politiche settoriali in atto e il ricchissimo patrimonio di enti e associazioni, centri di aggregazione giovanile, sostanziano la potenzialità del sistema a dare risposte adeguate ai bisogni e alle aspettative dei giovani. Punto di debolezza è costituito invece dalla mancanza di una normativa organica di riferimento sia a livello nazionale sia locale.
Un approccio integrato e multisettoriale ai bisogni dei giovani deve, dunque, perseguire le seguenti finalità:

  • promuovere occasioni, strumenti e modalità di ascolto permanente dei bisogni, delle aspettative e dei disagi espressi dai giovani;
  • creare condizioni affinché il movimento associativo e le aggregazioni giovanili possano garantire la partecipazione attiva dei giovani alla definizione delle politiche e dei provvedimenti che li riguardano;
  • valorizzare e sostenere l’associazionismo e promuovere lo sviluppo di reti tra le associazioni e tra le aggregazioni giovanili a livello regionale e l’integrazione con le reti nazionali ed europee;
  • valorizzare, sostenere e stimolare la creatività e la progettualità dei giovani in tutti i settori in cui si esprime;
  • diffondere la conoscenza dei servizi e delle opportunità per i giovani per facilitarne l’accesso e stimolarne l’utilizzo.

3.3 Polo Termale

Duole dover constatare che, nonostante alcuni tentativi, non si sono sfruttate appieno, ad oggi, tutte le occasioni di crescita e sviluppo a livello economico, territoriale, paesaggistico, ambientale, culturale e identitario che il territorio offre.
Le contraddizioni e i conflitti di questo processo sono evidenti: un porto turistico di alta qualità senza alcun rapporto con le realtà urbane circostanti, assediate da attività di bassa qualità ambientale, infrastrutturale ed edilizia; enclave diportistiche poco sostenibili in termini logistici e di reale vivibilità cittadina; un litorale ed un arenile con rilevanti problemi ambientali.
È impensabile non solo non aver saputo valorizzare la risorsa acqua e l’intero Parco con il potenziamento della filiera e del polo termale, ma addirittura aver avviato verso un inesorabile declino uno dei gioielli del patrimonio comunale quale il Parco delle Terme del Solaro.
Vanno, quindi, con immediatezza e senza ulteriore indugi, avviati gli interventi di:

  • Ripristino delle attività dello stabilimento delle Terme di Stabia la cui mancata apertura deve pesare su tutti come una vergogna;
  • Restauro, tutela e controllo costante del sistema sorgentizio, idrogeologico ed idrotermale;
  • Completamento delle opere di restauro dei padiglioni delle Antiche Terme di Stabia, pensando di dotare il complesso con vasche termali, come negli altri moderni centri operanti in Italia, e portando benefici in termini di vivibilità e sviluppo all’intero centro antico della Città;
  • Recupero della struttura dell’hotel delle Terme del Solaro, se necessario anche previa demolizione e ricostruzione per adattarlo a soddisfare le moderne esigenze della clientela del turismo termale;
  • Riqualificazione del centro di Fkt delle Terme del Solaro;
  • Riqualificazione del parco delle Nuove Terme;
  • Creazione di un circuito virtuoso che porti con sé occupazione, turismo e riappropriazione da parte della cittadinanza di un bene pubblico dalle caratteristiche uniche al mondo.

La crisi di Fincantieri

La leadership di questa azienda nel settore della cantieristica dovrà misurarsi con una competizione sempre più feroce considerato il restringersi della domanda ed il rallentamento subito dalle commesse.
Da queste considerazioni scaturisce la necessità di dover dotare il cantiere di quelle opere, non escluso il bacino di costruzione, necessarie a colmare lo svantaggio strutturale che lo stabilimento stabiese sconta rispetto agli altri del gruppo. Investire sull’innovazione e sulla qualità significa rafforzare l’azienda stabiese e i suoi lavoratori, ma anche far crescere il suo indotto che ormai sta abbandonando il territorio cittadino.

Diritto alla Casa

La politica abitativa, in particolare quella connessa con l’Edilizia “sovvenzionata“ e “convenzionata“, pur costituendo un problema di rilevanza nazionale, ha raggiunto, nel corso degli ultimi anni, a livello regionale, per effetto di una serie di cause, situazioni di emergenza.
Con l’esaurirsi dei fondi statali, i profili strutturali di criticità della finanza pubblica e la riforma dell’ex-Iacp (Istituto autonomo per le case popolari) obbligano a un ripensamento complessivo della materia.
Il numero degli sfratti è aumentato di anno in anno e si è accentuato, in particolare, la spirale “aumento canoni-morosità-sfratti”, facendo emergere condizioni di emergenza abitativa che ha sempre più interessato le famiglie in condizioni economiche precarie e quelle a bassissimo reddito le quali, ovviamente, non sono in grado di accedere al mercato libero della locazione e, pur avendone i requisiti, non riescono ad ottenere la disponibilità di un alloggio E.R.P.
Per tali famiglie, peraltro, il meccanismo di assistenza sociale abitativo incontra limiti notevoli soprattutto per la pochezza delle risorse a disposizione degli Enti Locali.
Ne è derivato anche un cambiamento significativo nelle caratteristiche sociali e reddituali dell’inquilinato che risulta sempre più caratterizzato da una presenza relativamente maggiore di giovani, studenti ed anziani.
È assolutamente necessario innescare, quindi, attorno al tema dell’offerta residenziale pubblica, circuiti virtuosi che incontrino la domanda di miglioramento abitativo: il tutto attraverso un più fitto sistema di relazioni tra Soggetti pubblici ed Operatori economici privati.

4.1 Programma di social Housing

L’housing sociale opera in questa direzione, realizzando programmi immobiliari “misti” che mettono a disposizione alloggi a canone contenuto, garantendo al costruttore margini di guadagno attraverso la cessione di abitazioni da mettere in vendita.
In questo nuovo scenario quindi il Soggetto pubblico non è più l’unico attore che riveste di volta in volta il ruolo di finanziatore, di erogatore di contributi a fondo perduto o di gestore immobiliare. Piuttosto, al Soggetto pubblico è richiesto di assumere un ruolo di regia e di proposizione di interventi urbanistici, ambientali, edilizi, sociali ed economici in un sistema di partenariato tra pubblico e privato.
Pertanto uno dei fondamenti della strategia che l’Ente intende porre in essere per l’attuazione del programma è la “concertazione” con tutti i soggetti coinvolti nel processo di formazione e realizzazione del programma di housing sociale che, pertanto, si integra con la più ampia programmazione urbanistica ed infrastrutturale del territorio comunale, generando programmi innovativi che possano svolgere la funzione di volano per la necessaria e obbligatoria attivazione di risorse locali (comunali, private).
L’Edilizia Residenziale Sociale “Housing Sociale” va considerata come un servizio economico di interesse generale da fornire sulla base di criteri e regole definite e a costi accessibili per soddisfare le esigenze abitative primarie di tutti i nuclei familiari aventi titolo.
Ripensare l’edilizia sociale non è solo un’esigenza quantitativa: l’housing sociale è una modalità d’intervento nella quale gli aspetti immobiliari vengono studiati in funzione dei contenuti sociali, offrendo una molteplicità di risposte per le diverse tipologie di bisogni, dove il contenuto sociale è prevalentemente rappresentato dall’accesso a una casa dignitosa per coloro che non riescono a sostenere i prezzi di mercato, ma anche da una specifica attenzione alla qualità del’abitare.
Anche il Comune di Castellammare di Stabia, come del resto quasi tutti i limitrofi territori, vive questo disagio abitativo che si manifesta in tutti gli aspetti deleteri, e per questo è inserito tra quelli ad alta densità abitativa di cui all’allegato “A” della delibera Cipe del 13 dicembre 2003.
Del resto questo Ente ha delineato già da tempo, con documenti di indirizzo, atti amministrativi, progettazioni e attuazione di interventi, una strategia di recupero e riqualificazione – oltre che di promozione dello sviluppo – rivolta all’intero territorio comunale, ma in particolare finalizzata a valorizzare la fascia costiera, con relativo waterfront, e la retrostante area interna, costituente appunto i quartieri della Periferia Nord della città.

Il Quartiere Savorito

La riqualificazione urbanistica dell’area periferia Nord

Il Quartiere vive una vera e propria marginalità urbana e sociale ed è divenuto luogo dove la malavita locale si è radicata per svolgere i suoi molteplici traffici illeciti e dove può attingere facilmente nuova manovalanza in un ambiente così afflitto ed emarginato. In questo contesto degradato ed in un tale quadro particolarmente penalizzante per questa parte di territorio, va dunque perseguita la realizzazione del Programma di sostituzione edilizia e di riqualificazione, con la finalità di attuare un riequilibrio dell’uso del suolo a favore di servizi, del verde e di un controllo della crescita urbana e del riuso del patrimonio esistente che si sostanzia in una politica urbanistica che deve puntare alla “qualità urbana” e all’uso oculato della risorsa suolo: in sintesi il tutto deve sfociare in una migliore vivibilità.
Il programma di housing sociale nell’ambito della Periferia Nord della Città si configura come un modello sperimentale di riqualificazione sia sul fronte dell’urbanistica partecipata che su quello delle tecniche sperimentali ispirate ai principi del risparmio energetico, della bioarchitettura, della bioedilizia, dell’ecologia urbana, il tutto finalizzato a migliorare la qualità abitativa attraverso il perseguimento di più elevati standard di tipo ambientale. È opportuno, infine, rappresentare che in tale ambito territoriale sono altresì previsti i lavori inerenti il programma di interventi sperimentali innovativi in ambito urbano, il cosiddetto “Contratto di Quartiere”, prevedente la realizzazione di 96 alloggi con interventi di bio-edilizia e bio-architettura e tecniche innovative per impianti energetici alternativi (fotovoltaici e pannelli solari) da destinare ad edilizia residenziale sociale per un importo complessivo di circa 17 milioni di euro.
Vanno pertanto recuperati i tempi e soprattutto i finanziamenti per dare pratica attuazione agli interventi sopra illustrati.
I ritardi accumulati rischiano di vanificare anche gli sforzi delle passate amministrazioni sottraendo quindi alla disponibilità dell’ente un patrimonio immobiliare che da tempo la cittadinanza sta attendendo.

Sviluppo Urbanistico

5.1 Programmazione, valorizzazione del territorio e turismo

Come in premessa evidenziato, in termini orientativi, le azioni ed attività che ci si propone di attuare prevedono politiche e linee d’intervento materiali ed immateriali, tra loro interattive e sinergiche, capaci di incrementare l’offerta di qualità della vita. In tale contesto non si può prescindere nell’operare al rafforzamento dell’armatura urbana e territoriale tramite interventi migliorativi dell’assetto fisico, funzionale e ambientale della città e dell’area vasta che valorizzino i punti di forza ed abbattano i fattori di debolezza, allo scopo di:

      • dissolvere le condizioni che decretano la perifericità territoriale;
      • invertire le tendenze di sviluppo duale all’interno della città e dell’area vasta, intervenendo sulla riqualificazione delle aree fisicamente e socialmente degradate per sviluppare, a partire dal sistema locale, processi di riequilibrio e di coesione;
      • migliorare le infrastrutture distribuite sul territorio comunale per incrementare l’attrattività del sistema locale verso investimenti orientati a sostenere l’innovazione e la sostenibilità dello sviluppo.

La riqualificazione urbana rappresenta quindi uno dei temi più attuali della pianificazione e programmazione urbanistica: superato il concetto dello sviluppo meramente quantitativo, legato agli strumenti urbanistici tradizionali, ci si dovrà indirizzare sempre più verso il recupero dell’esistente, rivolto in particolar modo verso il centro storico e gli insediamenti di maggiore pregio che versano in uno stato di degrado ed abbandono.

Di particolare importanza, in questo contesto, l’attenzione che bisogna dare alla manutenzione ordinaria e all’arredo urbano da tradurre in termini di qualità della vita dei Cittadini. L’educazione alla “bellezza”, di cui è ricca la Città e va preservata la Città senza mezzi termini, contrasta di conseguenza il degrado e il relativo sentimento di assuefazione cui può essere soggetta la Cittadinanza.

Il piano concepito dall’alto e calato astrattamente nella realtà dovrà essere sostituito sempre più da altri sistemi di pianificazione, fondati sulla ricerca di una strategia condivisa, perseguibile attraverso il coinvolgimento dei soggetti interessati alla realizzazione di obiettivi comuni. Questi ultimi non saranno solo di natura strettamente urbanistica, ma anche sotto il profilo socio-economico e culturale al fine di garantire la sicurezza dei Cittadini ed una migliore e maggiormente incisiva fruizione estetica nel rispetto dell’architettura e dell’identità dell’area per favorire il concreto sviluppo economico e turistico della città.

La necessità di intervenire sul tessuto urbano esistente nella prospettiva di ridurre il “consumo di suolo”, determinerà la nascita di programmi urbani innovativi, sotto l’aspetto tecnologico e su quello socio-economico. Tutto questo è perseguibile con la consapevolezza che l’aspetto meramente tecnico, se non accompagnato da iniziative di carattere economico e sociale, non può risolvere la delicata questione del recupero urbano. Quest’ultimo in tale circostanza, è inteso non solo come recupero del patrimonio edilizio, ma bensì come ripristino di una vivibilità complessiva, orientata verso il risanamento edilizio e la maggior dotazione di servizi.

La strategia di pianificazione urbana si concentrerà sul tema della riqualificazione urbana e del recupero edilizio, finalizzati alla conservazione della memoria storica cittadina; perseguibili mediante interventi coordinati di carattere edilizio e di sviluppo socio-economico, attraverso un insieme di misure in grado di salvaguardare e valorizzare il tessuto urbano storico.

Valorizzazione e recupero di siti e monumenti storico-culturali che hanno costituito la nascita della città, quali la zona archeologica e la Grotta San Biagio, con l’apertura e la conoscenza di tali siti alla città, forte segno della storia cittadina, e l’istituzione di un vero museo archeologico. Particolare attenzione va data anche alla zona di Quisisana e ai suoi boschi, tristemente noti negli anni per lo sversamento continuo di rifiuti e per i relativi roghi. Tali fenomeni hanno subìto una recrudescenza negli ultimi mesi, tanto che mediaticamente, talvolta, i boschi sono stati definiti una piccola “terra dei fuochi” e portatori di una vera e propria bomba ecologica.

Per i boschi di Quisisana si dovranno programmare, e a stretto giro attuare, attività continuative di controllo del territorio per liberarli da degrado anche attraverso scerbatura e pulizia del sottobosco. È poi importante che i cittadini si riapproprino di questi luoghi attraverso la realizzazione di aree ludiche, chalet e punti di ristoro per sottrarre la zona collinare all’abbandono.

Non bisogna in alcun modo dimenticare la risorsa mare, da recuperare, proteggere e rivisitare finalmente in chiave turistica e naturalistica. Anche attraverso la collaborazione con le associazioni del territorio, si punterà alla valorizzazione delle bellezze dei siti subacquei della penisola sorrentina, di cui Castellammare di Stabia ne è porta d’ingresso, in particolare del “Banco di Santa Croce”, meta turistica di notevole interesse biologico e naturalistica. L’obiettivo è incrementare anche in questo caso il polo turistico subacqueo coinvolgendo attività imprenditoriali ed organizzazioni: musei, agenzie, alberghi, ristoranti.

Dagli aspetti trattati nei precedenti paragrafi e dall’analisi del contesto generale dell’ambito dell’intervento, emergono gli assi prioritari d’intervento capaci di incidere positivamente sulla rivitalizzazione dell’area, quali:

        • riqualificazione urbana, recupero e valorizzazione dei beni in grado di attrarre attività economiche e che potrebbero risultare come volano per uno sviluppo del Comprensorio;
        • risanamento del patrimonio edilizio pubblico e privato, che verte in stato di abbandono e degrado, ma soprattutto determinante di una situazione di “rischio”, per l’incolumità pubblica e privata;
        • interventi di ridisegno delle “piazze” e dei “larghi” esistenti e di rifacimento di alcuni tratti degli assi viari e dei relativi sotto servizi, per ricucire il tessuto urbano che va dal Centro Storico alla costa, non tralasciando le restanti aree urbane della città.

Quindi, l’obiettivo è di avviare un processo capace di agire sull’intera città, attuato attraverso le precedenti strategie, attivando le relative politiche urbane, redigendo progetti esecutivi di riqualificazione, rigenerazione e di sviluppo, individuando le conseguenti regole che consentano l’attuazione delle strategie e dei progetti, nella certezza delle decisioni, dei tempi e delle procedure più efficaci.

Del resto la competizione tra territori per attirare interessi e capitali richiede da parte di tutti i soggetti territoriali coinvolti nel governo del territorio l’adozione di una prospettiva di efficienza programmatica, di performance governativa, la quale si traduce nell’acquisizione di nuove capacità tecniche e di nuovi comportamenti amministrativi e progettuali.

In particolare il governo del territorio richiede l’incremento di capacità di pianificazione strategica e capacità di promuovere le identità e le risorse all’esterno in modo da alimentare la forza partenariale dell’attuazione degli interventi.

Saremo pertanto chiamati a svolgere nuove e più ampie funzioni rispetto al passato attraverso l’utilizzo di modalità di governo sempre più orientate alla governance dei processi, cioè alla governabilità delle decisioni e delle azioni.

Gli obiettivi generali possono così riassumersi:

      • incrementare la governance urbana, attivando un processo di co-decisione e co-pianificazione tra i gestori e gli attori della trasformazione urbana;
      • produrre un quadro interpretativo delle risorse patrimoniali, umane e culturali della città, capaci di attivare processi di rigenerazione e promozione;
      • produrre un quadro conoscitivo e valutativo delle trasformazioni in atto e dei progetti di riqualificazione e sviluppo urbano;
      • definire metodologie e strumenti per il coordinamento e l’integrazione dei progetti di riqualificazione urbana e per la progettazione di scenari di sviluppo;
      • sperimentare e mettere in atto pratiche di pianificazione, politiche urbane e progetti di rigenerazione (in alcune aree ed in alcuni settori) anche nell’ottica delle nuove tecnologie e delle energie rinnovabili;
      • accrescere la competitività e rafforzare il ruolo che la Città di Castellammare di Stabia avrà nel prossimo futuro all’interno del panorama regionale, nazionale e mediterraneo.

L’innovazione del processo pianificatori, decisionale ed attuativo persegue quindi la finalità di alimentare l’integrazione dei progetti di valorizzazione di alcune aree, rendendo la città più creativa e competitiva e sollecitando l’interesse dei molteplici soggetti che agiscono sul territorio a compartecipare con l’Amministrazione alla realizzazione e gestione dei progetti di riqualificazione e di trasformazione ed al miglioramento dell’efficienza e delle prestazioni dei servizi collettivi.
La strategia delineata è intesa come il susseguirsi di azioni sostenibili nel tempo, individuate perché considerate le più adeguate in rapporto alle opportunità (programmatiche, finanziarie, normative, temporali) e alla “maturità” del contesto.
Il disegno comunale, del resto, considera prioritaria, al fine dell’aumento della competitività territoriale, una programmazione convergente delle risorse pubbliche e private, risorse finanziarie locali, nazionali e regionali-europee e l’integrazione tra le politiche di settore, nonché la delineazione di un sistema di azioni in puntuale risposta alla domanda di crescita localmente rilevata, con il preciso scopo di aumentare la capacità competitiva territoriale.

5.2 Promuovere il marketing del territorio

Nell’ambito della pianificazione strategica il piano di marketing territoriale innalza la competitività in quanto consente di progettare ed attuare iniziative finalizzate alla valorizzazione del territorio attraverso l’acquisizione di vantaggi competitivi duraturi e difendibili nel tempo rispetto ad altri territori.
Il marketing territoriale rappresenta una funzione che contribuisce allo sviluppo equilibrato dell’area di riferimento attraverso l’interpretazione delle caratteristiche del territorio in chiave di offerta che soddisfa segmenti identificati di domanda attuale e potenziale.
Esso diventa uno strumento di raccordo tra il momento della progettazione e sviluppo del territorio con quello della sua attuazione, in quanto favorisce attraverso il piano di comunicazione l’incontro con il mercato, ossia con quegli attori in grado di investire nel territorio e collaborare con lo stesso nell’attuazione delle azioni programmate.

5.3 Programma di riqualificazione del waterfront

È fermo intendimento promuovere un approfondimento progettuale per individuare le linee guida per il riuso del waterfront urbano, che restituisca alla zona nuove occasioni di riqualificazione e di rilancio, restituendo alla città un nuovo spazio aperto e contemporaneamente una nuova potenzialità di riqualificazione dell’asse urbano che va dal Corso Garibaldi al Corso De Gasperi, dal porto commerciale al porto turistico ed abbracci, contestualmente, anche le altre parti degli ambiti territoriali delle zone collinari, anche se non ricadenti nell’area target.

Si intende poi definire locali e particolari situazioni di recupero di aree a mare in zone e borghi collocati lungo la costa che rispondono in parte alle antiche aspirazioni delle popolazioni di questi luoghi di recuperare un rapporto diretto con il mare ed all’obiettivo complessivo di un progressivo riavvicinamento al mare e di una sua riappropriazione in usi tesi al miglioramento dell’ambiente e della qualità della vita nel suo complesso.
Lo sforzo è quello di centrare sul rapporto con il mare le condizioni strutturali della riqualificazione urbana, innanzitutto con la ridefinizione del waterfront della città, ma anche con l’individuazione di nuove aree della costa da riqualificare, altre da valorizzare e utilizzare in modo più̀ razionale e sostenibile.
Il risanamento ambientale dell’intero golfo ed in particolare lo specchio d’acqua in cui si riflette la linea di costa dovrà consentire, in tempi rapidi, la balneazione, elemento che ha caratterizzato il passato della città.

5.4 Centro antico

Molto si è detto poco o nulla si è fatto E’ innegabile che Castellamare vive oggi due contrapposte marginalità sia sotto l’aspetto logistico che sociale: una concentrata a nord e l’altra a sud del centro cittadino. Di fatto si sono venute a creare due opposte “ periferie “, due opposte marginalità legate ad un unico destino il declino delle attività produttive nel centro antico (Cantieri Navali e Termalismo) e lo spostamento dei suoi abitanti nelle aree periferiche di più recente realizzazione prive di attrezzature e servizi e di qualsiasi connotazione, laddove, accanto ad interventi di edilizia economica e popolare, si è verificato il proliferare di un abusivismo edilizio improntato alla mancanza assoluta di qualità..
Il tema della riqualificazione urbana e del recupero edilizio, finalizzati alla conservazione della memoria storica cittadina non può tralasciare il recupero del Centro Antico, da attuarsi mediante interventi coordinati di carattere edilizio ed ipotesi di sviluppo socio – economico, attraverso un insieme di misure in grado di salvaguardare e valorizzare l’ambiente storico, inteso come organismo vitale, laddove le relazioni tra passato, presente e futuro prendono forma e contenuto.

5.5 Piano di valorizzazione del Patrimonio Comunale

Il tema va posto quale obiettivo strategico nell’ambito del Programma Politiche dell’Abitare e Demanio comunale, infatti costituisce una importante leva finanziaria per lo sviluppo della città, oltre che progetto innovativo in linea con le realtà pubbliche più all’avanguardia in Italia e in Europa.
La valorizzazione dei beni immobiliari permetterà, nel rispetto delle regole del patto di stabilità, la liberazione di risorse finanziarie da utilizzare per la realizzazione di nuovi investimenti, tra cui gli interventi di riqualificazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, opere pubbliche e progetti speciali. Non verranno, quindi, utilizzate le risorse per la spesa corrente.

In particolare vanno/andrebbero approfonditi:

      • le linee guida che devono ispirare il percorso di valorizzazione nell’ottica di utilizzarlo per perseguire una migliore e più razionale gestione del patrimonio immobiliare;
      • la definizione della tipologia e della composizione di un primo portafoglio immobiliare dal quale avviare il progetto di valorizzazione, individuando un complesso di beni che sia rappresentativo dell’intero patrimonio comunale e nello stesso tempo sia composto da immobili non funzionali al perseguimento dei fini istituzionali dell’ente, in forte degrado e bassa redditività oppure che presentano problematiche gestionali che rendono particolarmente oneroso il mantenimento;
      • la ricognizione degli strumenti finanziari disponibili per la valorizzazione con particolare attenzione alle opzioni di valorizzazioni diverse da quelle tradizionali in uso presso gli Enti locali.
        Contestualmente andrebbe /va individuato il partner in grado di garantire la professionalità specialistica necessaria per il proseguimento del percorso.

Il Comune potrà così avviare un processo innovativo che consente di recuperare risorse attraverso la valorizzazione che non è, come in passato, un processo di vendita, ma è un processo di finalizzazione sociale delle risorse ricavate e di attenzione per chi occupa il patrimonio edilizio dell’Amministrazione comunale e prefigura una gestione economicamente equilibrata dei beni pubblici.

Conclusione

Mi rendo perfettamente conto che non è e non sarà facile coniugare le diverse vocazioni del territorio, portuale, diportistica, turistica, termale, industriale e commerciale, definendone i corretti limiti entro i quali farle convivere e divenire occasioni di rafforzamento e di rilancio dell’economia della città. Questa, però, è la sfida che ci attende ed alla quale non possiamo e non vogliamo sottrarci, anche perché siamo convinti di poter risolvere, con la partecipazione e collaborazione di tutti, le ormai annose e tradizionali conflittualità che attanagliano il nostro territorio, per il raggiungimento di quello che è il nostro primario obiettivo:

IL MIGLIORAMENTO E L’INNALZAMENTO DELLA QUALITÀ DEL VIVERE CITTADINO.

GAETANO CIMMINO